venerdì 6 giugno 2014

1000 tonnellate di armi chimiche siriane passeranno a giorni nel porto di Gioia Tauro

I segnali convergono: le armi chimiche siriane - oltre mille tonnellate di sostanze tossiche utili per fabbricare fra l'altro i gas nervini - dovrebbero arrivare a giorni nel porto di Gioia Tauro, dove verranno spostate dalla nave da carico Ark Futura alla nave laboratorio statunitense Cape Ray (foto). Quest'ultima a sua volta le porterà al largo di Creta e le tratterà per renderle successivamente smaltibili.
Gioia Tauro ha più volte - ed invano - protestato per essere stata scelta come sede del trasbordo delle armi chimiche siriane: fra l'altro i vigili del fuoco non hanno neanche l'attrezzatura per intervenire in caso di incidente.
L'anno scorso, in seguito ad un accordo fra Usa e Russia, il Governo siriano ha accettato di porre il suo arsenale chimico sotto il controllo della comunità internazionale. Obiettivo: smantellare tutto entro la fine di questo mese di giugno. Piano d'azione: imbarcare il materiale su una nave da carico in un porto siriano e poi trasferirlo sulla nave laboratorio Cape Ray. Serviva un porto per il trasbordo: ed il Governo italiano ha messo a disposizione quello di Gioia Tauro.
Il trasbordo delle armi chimiche siriane a Gioia Tauro era atteso prima a febbraio e poi a maggio, ma è stato rinviato perchè il Governo siriano non controlla l'intero territorio nazionale e non riesce a garantire l'arrivo dell'ultima "rata" di sostanze tossiche a Damasco e poi al porto di Latakia, dove è in attesa la nave da carico Ark Futura. L'arsenale chimico siriano ammonta a 1300 tonnellate di sostanze; manca ancora all'appello il 7,2%.
Che fare, continuare ad aspettare o cominciare a trattare subito il grosso dell'arsenale siriano?
Due notizie della stampa internazionale inducono a propendere per quest'ultima ipotesi, e quindi per l'imminente trasbordo a Gioia Tauro.
La prima notizia è stata diffusa dalla testata cretese Ekriti: è in greco, la traduzione mi è arrivata attraverso Luigi Quintavalle. In sostanza: si era sempre detto che la distruzione delle armi chimiche siriane sarebbe avvenuta solo quando fosse stato possibile portarle tutte a bordo della nave laboratorio statunitense Cape Ray; negli ultimi giorni russi e statunitensi stanno accordandosi per iniziare immediatamente.
La seconda notizia viene dalla testata tedesca Marine (devo la traduzione a Valentina Fazio): siccome è passato più di un mese dall'ultimo arrivo di armi chimiche siriane, si sta valutando l'ipotesi di rimandare il trasporto delle 100 tonnellate ancora mancanti. Al 31 maggio comunque la nave laboratorio Cape Ray risultava ancora un acque spagnole.
Come ha messo in evidenza già da mesi il Fatto Quotidiano, i portuali di Gioia Tauro hanno paura del trasbordo ("Qui non è mai passata roba così pericolosa") e si sentono esposti ad eventuali incidenti, dato che il più vicino ospedale attrezzato si trova a 60 chilometri di distanza. Inoltre se qualcosa andasse storto i vigili del fuoco non sarebbero in grado di intervenire adeguatamente perchè la loro attrezzatura protettiva contro sostanze chimiche (ma anche nucleari e batteriologiche) è stoccata in un magazzino, non è stata sottoposta a manutenzione ed i materiali sono scaduti.
Dopo il trasbordo a Gioia Tauro, la nave laboratorio Cape Ray tratterà mediante idrolisi le armi chimiche siriane in acque internazionali al largo di Creta, così da ottenere sostanze tali da poter essere ulteriormente rielaborate e neutralizzate a terra. In mare sarebbe tuttavia più arduo intervenire in caso di incidente.

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