Paul Craig Roberts ha avuto accesso a documenti segreti. Ha ammonito ripetutamente che una guerra nucleare tra USA e Russia cancellerebbe la razza umana e tutte le altre forme di vita complesse. In qualità di scienziato esperto, desidero unirmi al suo monito e spiegarlo.
La guerra nucleare non ha vincitori. A partire dal 2006, diversi climatologi di fama mondiale (di Rutgers, UCLA, John Hopkins University, e la University of Colorado-Boulder) hanno pubblicato una serie di studi che valutano le conseguenze ambientali di lungo termine di una guerra nucleare, anche in scenari in cui venga usato appena l’1% del potenziale esplosivo contenuto negli arsenali pronti all’uso degli USA e/o della Russia. Hanno concluso che le conseguenze perfino di una guerra atomica “piccola” comprenderebbero un caos catastrofico del clima globale e una massiccia distruzione dello strato protettivo di ozono.
Questi, e studi più recenti, prevedono che l’agricoltura sarebbe colpita così negativamente che ne risulterebbe una carestia globale, provocando la morte di 2 miliardi di persone.
Questi studi specialistici, che sono stati analizzati dai migliori scienziati del mondo e trovati senza errori, predicono anche che una guerra condotta con meno della metà delle armi nucleari strategiche statunitensi o russe distruggerebbe la razza umana. In altre parole, creerebbe un tale danno di lungo termine all’ambiente globale che renderebbe la Terra inabitabile per gli esseri umani e per la gran parte delle forme di vita animali.
Un recente articolo nel Bollettino degli Scienziati Atomici, “Autodistruzione assicurata: l’impatto climatico di una guerra nucleare” comincia affermando:
“Una guerra nucleare tra Russia e Stati Uniti, anche dopo le riduzioni degli arsenali pianificate nel Nuovo START, produrrebbe un inverno nucleare. Di conseguenza, da ambe le parti un attacco sarebbe suicida, risultando in autodistruzione assicurata.”
Nel 2009 scrissi un articolo per la Commissione Internazionale per la Non-proliferazione e il Disarmo Nucleare, che riassume le conclusioni di questi studi. Spiega che le tempeste di fuoco produrrebbero milioni di tonnellate di fumo, il quale salirebbe al di sopra delle nuvole e formerebbe uno strato di fumo stratosferico che si estenderebbe rapidamente a tutta la Terra. Tale strato resterebbe almeno per un decennio, distruggerebbe lo strato protettivo di ozono (facendo grandemente aumentare la quantità di raggi UV-B che raggiungono la Terra) e bloccherebbe la luce solare, creando condizioni climatiche da era glaciale che durerebbero almeno 10 anni.
In seguito a una guerra nucleare, le temperature negli USA centrali e in Eurasia scenderebbero sotto lo zero da 1 a 3 anni; il freddo intenso eliminerebbe completamente la stagione fertile per un decennio o più. Non si potrebbe coltivare nulla, la carestia ucciderebbe la gran parte dell’umanità e grandi popolazioni animali.
L’impulso elettromagnetico delle esplosioni nucleari ad alta quota distruggerebbe i circuiti integrati di tutti i moderni dispositivi elettronici, compresi quelli degli impianti nucleari commerciali. Ogni reattore nucleare si fonderebbe quasi istantaneamente; ogni contenitore di combustibile nucleare esaurito (dalla radioattività molte volte maggiore di quella dei reattori) evaporerebbe, rilasciando grandi quantità di radioattività di lunga durata. La ricaduta radioattiva renderebbe gran parte degli USA e dell’Europa inabitabile. Ovviamente, i sopravvissuti morirebbero comunque di fame.
Una volta che il conflitto tra USA e Russia diventasse nucleare, la possibilità di evitare un olocausto sarebbe scarsa. Le teorie sulla “guerra nucleare limitata” sono irrealistiche. Nel 2010, l’amministrazione Bush ha modificato la dottrina strategica statunitense permettendo attacchi nucleari preventivi, e la dottrina della controforza, usata da entrambi gli eserciti di USA e Russia, enfatizza la necessità di attacchi preventivi una volta che la guerra atomica cominci. A ostilità cominciate, entrambe le parti sarebbero sottoposte a una pressione immensa per lanciare attacchi nucleari preventivi, specialmente se armi atomiche fossero già state usate sul campo di battaglia.
Sia gli USA che la Russia posseggono da 400 a 500 missili ballistici pronti al lancio, armati con un totale di almeno 1.800 testate nucleari strategiche. Sia il presidente statunitense che quello russo sono accompagnati 24 ore al giorno da ufficiali militari che portano la “valigetta nucleare” con i codici per trasmettere l’ordine di lancio in una questione di secondi.
Eppure, i massimi leader politici di entrambi i paesi sembrano non sapere che le loro armi atomiche pronte al lancio rappresentano un meccanismo di autodistruzione per la razza umana. Nel 2010, per esempio, ebbi modo di fare domande pubblicamente ai principali negoziatori del trattato Nuovo START, l’ambasciatore russo Anatoly Antonov e l’allora assistente segretaria di stato Rose Gottemoeller, durante la loro sessione informativa congiunta all’ONU. Chiesi loro se conoscessero i recenti studi specialistici che predicono che l’esplosione di meno dell’1% del potenziale contenuto nelle armi nucleari operative statunitensi e russe provocherebbe cambiamenti catastrofici del clima globale, e che una guerra combattuta con le loro armi nucleari strategiche ucciderebbe gran parte dell’umanità.
Entrambi mi risposero “no”.
Più recentemente, il 20 aprile 2014, ho posto la stessa domanda e ricevuto la stessa risposta da ufficiali USA mandati ad informare i rappresentanti delle ONG all’incontro del Comitato Preparatorio per il Trattato di Non-proliferazione. tenutosi all’ONU. Nessuno degli ufficiali USA conosceva gli studi. Tra i presenti c’erano i massimi ufficiali del Consiglio Nazionale di Sicurezza.
E’ spaventoso che il presidente Obama e la sua amministrazione non siano al corrente che i maggiori scienzati mondiali predicono da anni che una guerra nucleare significa la fine della storia umana. Non sanno della minaccia esistenziale posta da quegli arsenali… o scelgono di tacere perché questo fatto non combina con i loro racconti ufficiali? Sentiamo parlare solo di minacce terroristiche che potrebbero distruggere una città con una bomba atomica, ma la minaccia di estinzione umana tramite guerra nucleare non è mai menzionata, neanche quando USA e Russia stanno conducendo enormi esercitazioni atomiche in preparazione alla guerra.
Ancora più spaventoso è il fatto che i neo-con che decidono la politica estera statunitense credono che gli USA abbiano il “primato nucleare” sulla Russia, ovvero che gli USA potrebbero lanciare con successo un attacco atomico contro le forze nucleari russe (e cinesi) e distruggerlecompletamente. Questa teoria venne enunciata nel 2006 ne “L’ascesa del primato nucleare USA”, pubblicato in “Foreign Affairs” dal Council on Foreign Relations (ci risiamo, la cosa è davvero seria, ndt). Concludendo che russi e cinesi non sarebbero in grado di contrattaccare, oppure che, se anche restasse una piccola parte delle loro forze, non rischierebbero un secondo attacco USA contrattaccando, l’articolo invita alla guerra nucleare.
Il colonnello Valery Yarynich (per 7 anni capo della sicurezza del comando nucleare prima sovietico e poi russo) mi chiese di scrivere con lui una confutazione, intitolata “Il primato nucleare è una falsa credenza”. Il colonello Yarynich, che aveva fatto parte dello stato maggiore sovietico e pianificato le operazioni di guerra per l’URSS, concluse che l’articolo sul primato usava metodologia difettosa e assunti erronei, arrivando perciò a conclusioni sbagliate. Il mio contributo stava nella conoscenza degli studi che prevedevano che perfino un attacco preventivo, che distruggesse il 100% delle armi atomiche dell’avversario, provocherebbe la morte per fame dei cittadini della parte “vincente”, come del resto dell’umanità.
Se l’articolo sul primato nucleare creò molte reazioni negative in Russia, tanto che il ministro degli esteri tenne un discorso pubblico, nella stampa statunitense la storia praticamente non fu trattata. Non riuscimmo a far pubblicare il nostro articolo di confutazione dai media statunitensi. Resta da chiedersi se il primato nucleare asserito nell’articolo sia stato accettato come fatto dall’establishment politico e militare degli USA. Se così fosse, ciò spiegherebbe la scelleratezza della loro politica estera verso la Russia e la Cina.
Perciò ci troviamo in una situazione in cui coloro che sono a capo dei nostri arsenali atomici non sembrano capire che se scelgono di pigiare il bottone possono mettere fine alla storia umana. Anche la gran parte del pubblico americano resta completamente ignara di questa minaccia mortale. I disinformati stanno conducendo altri disinformati verso l’abisso dell’estinzione.
Le scuole statunitensi non parlano agli studenti delle armi nucleari da più di 20 anni. L’ultima volta che la guerra atomica è stata discussa durante le elezioni presidenziali è stato nel secolo scorso. Di conseguenza, la gran parte della gente non sa che una singola arma nucleare strategica può facilmente provocare un’enorme tempesta di fuoco su 100 miglia quadrate, e che USA e Russia hanno molte migliaia di queste armi pronte all’uso immediato.
Nel frattempo, l’ideologia neoconservatrice ha tenuto gli USA in guerra per l’intero 21° secolo. Ha portato all’espansione delle forze USA/NATO fino ai confini della Russia, errore madornale che ha resuscitato la guerra fredda. Un elemento del neo conservatorismo è l’“eccezionalismo americano“, la credenza che gli americani siano superiori a tutti gli altri popoli, che gli interessi e i valori americani debbano regnare supremi nel mondo. Nel suo discorso del 28 maggio a West Point, Obama ha detto: “Credo nell’eccezionalismo americano con ogni fibra del mio essere… Nel teatro mondiale l’America deve sempre essere alla guida… La spina dorsale di quella leadership sarà sempre l’esercito.” L’eccezionalismo americano basato sul potere, non la diplomazia, è esattamente l’arroganza che potrebbe portare all’estinzione della vita umana. La determinazione di Washington a prevenire l’ascesa di Russia e Cina, come disposto dalle dottrine Brzezinski e Wolfowitz, è la ricetta per la guerra nucleare.
C’è un tremendo bisogno che il presidente degli USA, della Russia o della Cina dichiari in un forum il più pubblico possibile che l’esistenza delle armi nucleari crea la possibilità del loro uso, e che il loro uso in guerra significherebbe molto probabilmente l’estinzione umana. Poiché la guerra atomica non ha vincitori, tali armi dovrebbero essere bandite e distrutte, prima che siano loro a distruggerci tutti.
1)-Steven Starr è il maggiore scienzato di “Fisici per la Responsabilità Sociale” (www.psr.org) e direttore del Programma Scientifico del Laboratorio Clinico all’Università del Missouri. Ha pubblicato nel “Bollettino degli Scienziati Atomici” e nel sito per la Riduzione delle Armi Strategiche (STAR) dell’Istituto Moscovita di Fisica e Tecnologia. Ha un sito sulle conseguenze ambientali della guerra nucleare. (www.nucleardarkness.org).
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