Cronache del passato riportano strani fenomeni
luminosi nel cielo. È possibile che questi racconti siano riconducibili a
esperienze di avvistamento UFO? Secondo Richard Stothers, ricercatore
curatore di una pubblicazione edita dalla Nasa, l'ipotesi è tutt'altro
che remota!
Pochi articoli fa, abbiamo segnalato una pubblicazione curata
da Douglas Vakoch per la Nasa, nella quale l’autore riteneva possibile
che in tempi remoti antichi astronauti possano aver visitato la terra,
impressionando in maniera tale i nostri antenati da spingerli a
registrare l’incontro in incisioni e pitture rupestri. [Leggi articolo].
Ma, quello segnalato, non è l’unico documento a paventare questa
ipotesi. Richard Stothers (1939-2009), laurea in matematica presso la
Princeton University, compianto docente presso l’Università di Harvard e
membro del Goddard Institute for Space Studies della NASA, in uno studio approfondito edito nel 2007,
ha sostenuto che alcune strane manifestazioni registrate in molte
cronache antiche potrebbero essere riconducibili al fenomeno UFO.
La descrizione di oggetti volanti non identificati è abbastanza
costante nel corso della storia, fin dall’antichità. Sebbene molti si
questi potrebbero essere attribuiti a fenomeni naturali, Stothers
scriveva che “rimane comunque un piccolo residuo di report sconcertanti
e, indipendentemente dall’interpretazione che si vuole loro dare, questi
costituiscono un fenomeno che attraversa tutti i secoli e riguarda
diverse culture”.
Ecco cinque avvistamenti UFO che Stothers ha riportato nel suo studio.
1) I Carri Volanti
Lo storico Flavio Giuseppe, nelle sue Antichità Giudaiche,
scritte intorno al 65 d.C., riporta di un avvistamento fantastico
avvenuto in Giudea: “Il 21 del mese di Artemisio apparve un fenomeno
miracoloso. Ciò che sto per raccontare potrebbe essere ritenuto da molti
una favola se non fosse per la presenza di testimoni oculari e le
calamità conseguenti al fenomeno. Infatti, prima del tramonto, in tutte
le parti del paese sono stati visti battaglioni armati sfrecciare in
aria attraverso le nuvole”.
Secondo Stothers, Flavio Giuseppe è stato probabile testimone diretto
dell’evento, anche se ha invocato la presenza di testimoni per
rafforzare la sua credibilità. La descrizione, scrive il ricercatore,
non sembra corrispondere a nessun fenomeno naturale noto.
2) Migliaia di soldati romani testimoni di UFO?
Plutarco riporta di un avvistamento testimoniato da migliaia di
persone. Nel 74 a.C., l’esercito romano stata muovendo per dare
battaglia alle forze del re Mitridate VI nella regione della moderna Turchia.
“Senza che vi fosse nessun cambiamento apparente del tempo, ad un
tratto il cielo si squarciò e un enorme corpo di fuoco come fiamma fu
visto cadere tra i due eserciti”, scrive Plutarco. “Nella forma appariva
come un grappolo d’uva, e nel colore era simile all’argento fuso.
Entrambe le parti rimasero stupite alla vista. Questa meraviglia, come
si racconta, si è verificata in Frigia, in un luogo chiamato Otryae”.
Stothers sottolinea che solitamente i meteoriti appena caduti sono di
colore nero, non “argento fuso£, il che suggerisce che non si trattava
di un meteorite. Plutarco, inoltre, non fa alcuna menzione dell’impatto.
“Se fosse rimasto in terra, sarebbe senza dubbio diventato un oggetto
di culto in Frigia, ma le cronache storiche successive non menzionano
nulla del genere”, scrive il ricercatore.
3. Avvistamenti durante la Seconda Guerra Punica
Molti avvistamenti sono stati riportati durante e dopo la seconda
guerra punica (218-201 a.C.) negli Annales Maximi dello scrittore Livio.
Questa fonte è considerata affidabile e precisa, spiega Stothers, a
causa della meticolosità impiegata dalle autorità romane nelle indagini
prima che venissero pubblicate dal Pontifex Maximus di Roma.
Livio riporta che nell’inverno del 218 a.C., Roma assistette ad uno
“spettacolo di navi brillanti nel cielo”. Nel 217 a.C., “scudi rotondi
(parmas) sono stati osservati nel cielo di Arpi”. Nel 173 a.C., “a
Lanuvio uno spettacolo di una grande flotta è stata vista nel cielo”.
È difficile che formazioni nuvolose suggestive siano state scambiate
per UFO, spiega Stothers, dal momento che queste formazioni erano da
tempo comprese ed erano caratteristiche familiari. Questi avvistamenti
non possono nemmeno essere spiegati come un probabile “sole finto”, dato
che questi vengono abitualmente descritti come “sole doppio” o “sole
triplo”.
4) Fibre vetrose dette “Capelli d’Angelo”
Nei moderni racconti di UFO è abbastanza comune sentir parlare i
testimoni di una strana sostanza vetrosa, o gessosa, comparire a seguito
di un avvistamento UFO e conosciuta come “Capelli d’Angelo”. Ebbene,
anche le cronache antiche riportano tale fenomeno.
Nel 196 d.C., lo storico Cassio Dione
scrisse: “Una pioggia fine che somiglia ad argento scese dal cielo
sopra il Foro di Augusto. In verità, non ho visto come sia discesa, ma
ho notato che c’era e, grazie ad essa, ho placcato alcune monete di
bronzo in argento; hanno mantenuto lo stesso aspetto per tre giorni, ma
il quarto giorno tutta la sostanza era scomparsa”.
Altre due piogge del genere sono state riportate a Cales nel 214 a.C. e a Roma nel 98 a.C.
5) UFO bestiale
Il fratello di papa Pio
è stato probabilmente l’unico testimone di un avvistamento avvenuto
intorno al 150 d.C. nei pressi della Via Campana. “In una giornata di
sole, una ‘bestia’ simile ad un pesso di ceramica (ceramos) di circa 100
metri di ampiezza, multicolore in cima e con raggi infuocati al di
sotto, è scesa in terra alzando una nube di polvere, accompagnata da una
“fanciulla” vestita di bianco”.
Conclusioni
“Questa raccolta rappresenta ciò che potrebbero essere definiti come
antichi avvistamenti UFO, fenomeno aerei la maggior parte dei quali è
riconducibile a manifestazioni naturali certe o almeno probabili”,
scrive Stothers.
“All’interno di queste cronache antiche, tuttavia, c’è un piccolo
insieme di rapporti inspiegabili (o almeno non del tutto spiegati) di
testimoni presumibilmente credibili. Ogni teoria valida deve fare i
conti con la persistenza straordinaria e la coerenza dei fenomeni qui
discussi nel corso di molti secoli”. Grazie al dottor Richard Stothers
per averci lasciato questo prezioso contributo.
Nessun commento:
Posta un commento