Lo scienziato che ha coniato il neologismo Smart Dust e che
è stato finanziato dall'agenzia militare statunitense DARPA, ne ha fatto anche
un prodotto industriale per il quale vengono proposte svariate applicazioni.
Per esempio si ipotizza di coprire gli elementi strutturali chiave dei
grattacieli di tali nanosensori per valutare in tempo reale gli eventuali danni
causati da un terremoto, o di utilizzare una rete di tali microscopici sensori per monitorare un'are incendiata in modo da ottimizzare
l'intervento dei pompieri. E ci sono stati già esperimenti (terminati con
successo) per l'utilizzo di "reti di granelli di polvere intelligente"
a scopi militari (riconoscimento e monitoraggio del passaggio di mezzi
militari).
E' quanto si legge all'inizio dell'articolo "March of
the motes" ovvero "Marcia dei granelli" [di polvere -
sottinteso] (http://www.emory.edu/BUSINESS/mote/MarchOfTheMotes.pdf)
pubblicato su New Scientist (vol 179 issue 2409 - 23 August 2003).
Tale articolo viene citato nella bibliografia dello studio
ENABLING BATTLESPACE PERSISTENT SURVEILLANCE: THE FORM, FUNCTION, AND FUTURE OF
SMART DUST (Attivare una sorveglianza persistente: la forma, la funzione ed
futuro della polvere intelligente) che è stato pubblicato sul sito militare
istituzionale degli Stati Uniti (http://www.au.af.mil/au/awc/awcgate/cst/bh_dickson.pdf -
di esso è disponibile la traduzione: http://scienzamarcia.blogspot.com/2013/03/attivare-una-sorveglianza-persistente.html).
Un'invisibile armata di silicone sta raccogliendo
informazioni sulla terra ed i suoi abitanti.
Così inizia questo inquietante articolo, all'interno del
quale possiamo leggere:
Al cuore della rete [di granelli di polvere intelligente]
c'è un software rivoluzionario. Ogni granello ha il suo sistema operativo (OS),
simile al software Windows che gira sulla maggior parte dei PC, o ad Unix, che
gira su molti server internet. Ma (...) il sistema operativo della polvere
intelligente gira su microprocessori che hanno bisogno davvero di poca memoria.
Se l'ultima versione di Windows usa oltre 100 megabyte di memoria, il sistema
operativo della polvere intelligente usa appena 8 kilobyte.
L'abbiamo chiamato TinyOS [piccolo sistema
operativo] dice Pister. TinyOS, che ha adesso una grande comunità
open-source community che continua il suo sviluppo, è ciò che ha trasformato il
sogno della polvere intellgiente in realtà. Parte del lavoro del sistema
operativo è gestire efficientemente le sue risorse hardware. In un
granello, tali risorse sono i vari sensori ad esso attaccati, il collegamento
radio agli altri granelli, ed il rifornimento di energia. TinyOS deve fare ciò
consumando energia il meno possibile - in fin dei conti un granello con
batterie esaurite non è niente di più che un grumo di polvere. Il software
realizza ciò "dormendo" per la maggior parte del tempo.
Quando è a riposo tutto l'hardware è in standby, eccetto i
sensori. TinyOS si riattiva diciamo una volta al secondo e spende circa 50
microsecondi raccogliendo dati dai sensori, e altri 10 millisecondi scambiando
dati con i granelli vicini. "Da una prospettiva umane, si ottiene
essenzialmente una risposta in tempo reale, e tuttavia i granelli sono a riposo
per il 99 per cento del tempo" afferma Pister.
Il seguito dell'articolo spiega come i granelli di polvere
intelligente comunichino tra di loro per piccoli "salti": le
informazioni passano da un granello alla serie di granelli più vicini e poi di
salto in salto la comunicazione si propaga. Siccome la dissipazione di potenza
in una trasmissione dipende dal quadrato della distanza, in tal modo si
minimizza la potenza di emissione per le comunicazioni all'interno del network
di granelli, ed i granelli di polvere intelligente possono continuare ad essere
attivi per anni.
I granelli per altro sono programmabili, e la programmazione
può avvenire anche da remoto con un segnale radio digitale che riprogramma i
granelli più vicini, i quali per mezzo del procedimento per "salti"
appena descritto istruiscono e riprogrammano a loro volta gli altri granelli
della rete.
NB: tutte queste informazioni per quanto
interessanti sono a mio parere riferite ad una tecnologia decisamente superata;
se questo è quanto viene comunicato pubblicamente, si può facilmente immaginare
che il livello tecnologico raggiunto nei laboratori militari (che come
abbiamo vistosono interessatissimi a tale tecnologia e che hanno finanziato
gli studi del settore) sia molto maggiore.
Nel suo articolo Ecco la polvere che spia pubblicato
sul quotidiano La Repubblica il 31 ottobre 2002, Federico
Rampini nel descrivere la polvere intelligente afferma:
Gli elementi di base della loro costruzione sono i Merns,
micro-electro-mechanical systems. Sono micro-computer che integrano capacità di
calcolo, parti meccaniche figlie della nano-robotica, più i sensori
elettronici: cioè termometri, microfoni miniaturizzati, nasi e microspie che
captano movimenti o vibrazioni. (...) I progressi della miniaturizzazione
rendono i micro-apparecchi sempre più affidabili e ne allungano la vita, le
batterie possono alimentarsi con le variazioni di temperatura o le vibrazioni.
(...) "Il risultato finale sono network invisibili disseminati
nell'ambiente - spiega Bruno Sinopoli - che interagiscono fra loro e
trasmettono informazioni".
Il grassetto è stato da me aggiunto per evidenziare
come ormai, a 11 anni di distanza dalla stesura dell'articolo, si possa essere
pressoché certi che tali sensori sempre più piccoli possano ormai alimentarsi
tramite le piccole fonti di energia disponibili ovunque (per esempio sfruttando
le radiazioni elettromagnetiche generate dagli elettrodomestici, che permeano
ogni località abitata per non parlare delle radiazioni provenienti da antenne
per cellulari e wi-fi).
Forse è difficile ammettere che tale tecnologia venga
utilizzata anche in tempo di pace per scopi decisamente subdoli. Ma se si
osservasse attentamente il cielo forse si scoprirebbero delle cose davvero
strane.
Nel video qui sopra si osserva un aereo che rilascia
tre scie e poi ecco comparire (osservandole controluce) una cascata di strane
"cose bianche" che a volte ritroviamo nell'ambiente sotto forma di
pseudo-ragnatele che ragnatele non sono.
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