La formidabile avanzata delle forze anti eurocrazia in
Europa, con la Marine Le Pen in Francia, con l’UKIP di Nigel Farage in Gran
Bretagna, con il successo delle altre forze in Austria, Danimarca e Ungheria,
crea un problema non da poco nella elite finanziaria che gestisce gli organismi
di potere in Europa ed al di fuori dell’Europa. Fra gli esponenti dell’elite ci
sono serie preoccupazioni che si possano creare ostacoli al processo avanzato di sottrazione delle sovranità dei
vari Stati a favore di organismi centrali della UE che ne gestiscano le
politiche finanziarie e di bilancio. Tanto meno sarebbe tollerabile se, dalla
Francia o da altri paesi, dovesse essere messo in questione l’euro come moneta
comune, essendo questa una moneta che ha consentito speculazione ed enormi
profitti per le super banche sovranazionali.
Qualsiasi variazione all’assetto
finanziario europeo per effetto di mutamenti politici deve essere evitato,
secondo la volontà dei membri dell’elite che si riuniscono periodicamente nei
loro club esclusivi (Bilderberg, Trilateral, ed altri). Per questo sono stati
predisposti innanzi tutto nuovi organismi come l’ERF(European redemption Found)
per vincolare gli stati a versare in anticipo grandi quote dei propri debiti a
favore di organismi bancari al fine di fornire garanzia alle banche che
detengono i titoli dei paesi debitori. Una mossa astuta per evitare
ripensamenti e sorprese per effetto di avvicendamento di governi. Per meglio
consolidare il quadro, il sistema delle centrali di potere è quello di
precedere gli avvenimenti e creare degli episodi (false flags) che possano
fornire il giusto clima o il pretesto per un giro di vite nell’ordine pubblico
e nelle campagne di manipolazione attraverso i media per presentare in una luce
negativa i movimenti anti euro (nemici della democrazia, dell’Europa e
antisemiti). Un modo per mettere fuori gioco esponenti politici, spaventare l’
opinione pubblica, isolare i partiti considerati ostili, creare un blocco
d’ordine che rassicuri l’opinione pubblica. L’arma dell’antisemitismo, oltre a
quella fìdi fascismo, a questo punto diventa un classico pretesto da utilizzare
per mettere fuori gioco o in cattiva luce alcune formazioni politiche. Si è già
iniziato: a Bruxelles ,qualche giorno fa, sconosciuti hanno attaccato a
raffiche di mitra il museo ebraico in pieno centro facendo vittime e feriti.
Dai video ripresi dalle telecamere si vede subito che si tratta di
professionisti, freddi e preparati e vien spontaneo pensare che si tratti di
agenti di qualche servizio di intelligence, ben addestrati. Sono video simili a
quelli ripresi a Kiev sulla piazza di Maidan, quando agenti provocatori
camuffati spararono freddamente sia sui manifestanti sia sulle forze di
polizia. Fatto confermato oltre che dai video anche dalla telefonata
intercettata tra il ministro degli esteri estone, Urman Paets e la baronessa
Ashton, incaricata agli esteri della UE nella quale si affermava che questi
agenti non rispondevano alle autorità di Kiev ma erano a favore dei ribelli di
Maidan. In passato ci sono stati altri episodi in Europa nel corso dei quali
sono stati commessi atti terroristici ed omicidi mirati che avevano il fine di
creare situazioni di tensione come ad esempio sono avvenuti in Francia, due
anni fa, con l’omicidio di alcuni militari francesi a Tolosa o con l’attacco
contro una scuola ebraica incluso con l’assassinio di 4 studenti, nel 2012 per
cui fu arrestato uno strano individuo, tal Mohammed Merah, poi crivellato di
colpi dalla polizia durante una visita al suo domicilio. E’ emerso poi che si
trattava di un elemento noto alle forze di polizia e che era stato addestrato
dai servizi israeliani. Gli tapparono per sempre la bocca prima di poterlo
interrogare. Non parliamo degli strani incidenti in cui hanno perso la vita
leader politici come Haider in Austria, anni prima Olaf Palme in Svezia ed
altri esponenti politici nei paesi della ex Yugoslavia. Omicidi misteriosi
senza un responsabile accertato o incidenti inspiegabili. Il pensiero corre poi
all’attacco con strage fatto in Norvegia ad Utoya dal terrorista neonazista
Breivik che fece circa 90 vittime e del quale non si è mai chiarito il movente
ma si è saputo che aveva un vero culto per lo Stato di Israele. Qualcuno ha
avanzato l’ipotesi che fosse una “cellula dormiente” incaricata poi di colpire
un obiettivo. Quando le situazioni politiche si complicano crescono le
provocazioni e gli avvenimenti inspiegabili. Un fenomeno tipico che abbiamo
conosciuto anche in italia negli anni ’70 con gli attentati ed il terrorismo
nero e rosso, che ha mietuto vittime, creato panico e contribuito a consolidare
gli equilibri politici dei quell’epoca, quando ancora c’era la Gladio ed gli
agenti dei servizi di intelligence americani, sovietici, britannici ed
israeliani scorazzavano per il paese. In questa fase esiste una buona
disponibilità di mano d’opera, terroristi già addestrati dai servizi
occidentali, che operano o hanno operato in Siria, molti dei quali provenivano
da paesi europei. Basta attingere a quella riserva. Questo uno scenario che
potrebbe facilmente ripetersi nei paesi europei come in Francia ed in Austria,
in Ungheria o altrove, dove ci sono forze che di sicuro vogliono evitare il
consolidamento di formazioni politiche avverse all’attuale gestione finanziaria
europea, forze che dispongono di moltissimo denaro, collegamenti e possibilità
di mobilitare elementi sotto copertura per effettuare operazioni occulte.
Potrebbe succedere. Non sarebbe poi troppo difficile trovare i mandanti di
queste operazioni, basterebbe chiedersi a chi possano giovare, la vecchia
formula del “cui prodest”.
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