I sacrifici chiesti dalla troika non finiscono mai, come gli esami. E a
poche ore dalla chiusura dei seggi per le elezioni europee il Fondo
Monetario Internazionale ha chiesto ad un governo di destra appena
delegittimato dalla urne – il PP ha perso milioni di voti – di inasprire
le politiche di austerity adottate negli ultimi anni e rivelatesi
fonte di un massacro sociale senza precedenti.
Nella fattispecie il Fmi ha chiesto al premier Mariano Rajoy di
liberalizzare i pochi servizi pubblici ancora sotto il controllo dello
stato o delle amministrazioni locali, di abbonare i debiti delle imprese
nei confronti della pubblica amministrazione, di aumentare di nuovo
l’Iva e di approfondire l’opera di deregulation del mercato del lavoro
già ampiamente intrapresa, facilitando i licenziamenti e precarizzando i
rapporti di lavoro.
E questo nonostante l’istituzione internazionale
riconosca che “Madrid ha superato la fase più grave della crisi”. La
crisi può essere anche in via di superamento – il che, basti vedere
alcuni dati economici minimi, non è vero – ma comunque le classi sociali
meno abbienti vengono chiamati di nuovo a pagarne le conseguenze.
Secondo il Fmi infatti le leggi adottate dal governo Rajoy negli ultimi
anni che hanno portato ad un aumento della precarietà, ad una
facilitazione dei licenziamenti e ad una diminuzione dei sussidi di
disoccupazione hanno ‘dato i loro frutti’, trasformando la distruzione
dei posti di lavoro in creazione di posti di lavoro. Peccato che nel
primo trimestre del 2014 in Spagna siano stati distrutti ancora decine
di migliaia di posti di lavoro. Ma comunque lo scorso aprile
l’istituzione diretta da Christine Lagarde ha migliorato di tre decimali
le previsioni di crescita del pil spagnolo nel 2014 portandolo allo
0.9% e e di due decimi nel 2015, portandolo rispettivamente all’1%.
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