La via lattea |
Un buco al centro della Via Lattea costituirebbe un passaggo spazio temporale verso un nuovo universo, lo sostengono un italiano e un cinese.
Una nuova incredibile scoperta della scienza moderma sembra teorizzare l'esistenza di un possibile passaggio spazio temporale
che dalla Via Lattea porterebbe a un altro universo totalmente differente rispetto al nostro aleggia tra le nuove scoperte del nostro tempo. Due
scienziati, l’italiano Cosimo Bambi e il cinese Zilong Li, che lavorano
per la Fudan University di Shanga, sembrano aver fatto quest'incredibile scoperta. Nella loro ricerca (Distinguishing black holes and wormholes with orbiting hot spots, pubblicata l’8 maggio di quest’anno) i due prendono in considerazione uno specifico oggetto
spaziale, vale a dire Sagittarius A, situato al centro della Via Lattea, già scoperto
nel 1974.
Dalle osservazioni fatte sulla stelle vicine si è evinto che
Sagittarius A è estremamente denso, tanto da candidarlo come un
potenziale super-buco nero che farebbe da "porta" per un nuovo universo, un vero e proprio "wormhole", anche chiamato ponte di Einstein-Rosen, una singolarità prevista nella Teoria della Relatività un "ponte" per lo spazio-tempo. Nessuno li ha mai osservati e la loro scoperta potrebbe portare ad una unificazione della
meccanica classica e quantistica, il Santo Graal della fisica moderna. Secondo i due ricercatori, il buco nero non si limiterebbe solo a risucchiare corpi celesti ma costituirebbe una sorta di passaggio spazio temporale verso altri universi che potrebbero essere simili o completamente diversi rispetto a quello da noi conosciuto. Il buco nero nato
probabilmente subito dopo il big bang, emana una forte radiazione
che è in grado di esercitare un’importante influenza sui corpi che vi
transitano vicino; inoltre il plasma che orbita attorno al buco nero
sembra essere diverso rispetto a quello che generalmente si trova
attorno ai black hole. I due scienziati hanno calcolato in maniera approssimativa la differenza esistente nel plasma e ritengono che la prossima generazione
di telescopi interferometrici (come Gravity) saranno in grado di
stabilire se Sagittarius A sia un buco nero o un vero e proprio "wormhole".
Secondo i due ricercatori infatti siccome la luce ha un’estrema
difficoltà a sfuggire ai campi gravitazionali di questi tipi di oggetti,
il plasma che circonda questo tipo di entità appare come «sbavato» alla
nostra osservazione. Prove che hanno fatto pensare ai due scienziati
che Sagittarius possa costituire il punto di partenza verso altri mondi
anche se ovviamente si tratta di uno studio ancora in fase embrionale.
Il passo successivo sarà quello di utilizzare un interferometro a raggi
infrarossi, in costruzione in questi mesi ad Atacama, in Cile, per
effettuare nuove e più approfondire analisi sulla presunta porta nello spazio. Tra qualche anno sapremo quindi se il wormhole cesserà di essere uno stratagemma dei libri e film di fantascienza per diventare una realtà astronomica.
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