mercoledì 21 maggio 2014

I "titanosauri" di Chubut


Anche se non ha ancora un nome e viene comunemente chiamato “titanosauro” , si tratta di una nuova specie già famosa dal momento che potrebbe essere quella dell'animale più grande del mondo:  In base alla lunghezza del femore i ricercatori del  Museo di paleontologia Egidio Feruglio, guidati da Jose Luis Carballido e Diego Pol, stimano che il dinosauro potesse raggiungere
una lunghezza di 40 metri e un'altezza di 20. Il peso valutato intorno alle 77 tonnellate, è il corrispettivo di quattordici elefanti africani, e supera di ben sette tonnellate quello del precedente super dinosauro scoperto nella zona, l'Argentinosaurus. I paleontologi ne hanno riportato alla luce i resti fossili, appartenenti a ben sette esemplari collocati tutti nello stesso sito nella provincia di Chubut, in Argentina meridionale.  Lo scoperta è stata fatta inizialmente, da un agricoltore che si era imbattuto per primo nei resti, così nel gennaio dello scorso anno sono iniziati gli scavi che hanno consentito agli scienziati di recuperare oltre 150
ossa in totale, tutte in notevoli condizioni, appartenenti a sette individui distinti, nella località desertica di La Flecha, a circa 250 chilometri da Trelew.



Costole, ossa del bacino, un omero completo, una coda intera: reperti che hanno aiutato a ricostruire l'aspetto di questo enorme dinosauro. A dispetto della sua mole ragguardevole, il "bestione" non doveva essere tra i più temibili e terrificanti del suo tempo dal momento che non era un predatore: i ricercatori ritengono infatti che il dinosauro appartenesse ad una specie fino ad ora ignota del gruppo dei “Titanosauri”, grossi erbivori che vissero nei continenti meridionali, e che dominò la Terra nel tardo cretacio. I ricercatori ritengono che la presenza di ben sette esemplari adulti, unitamente al tipo di ambiente ricostruito,
indicherebbe che gli animali siano deceduti tutti nel medesimo sito di ritrovamento: probabilmente si erano recati lì in gruppo alla ricerca di pozze d'acqua, durante pesanti siccità, e forse qualcuno sarà morto proprio per disidratazione o, magari, restando intrappolato nel fango. In ogni caso, resti così abbondanti avranno finito per dare vita a banchetti notevoli per gli animali spazzini dell'epoca che, tra 95 e 100 milioni di anni fa, assistettero alla fine di questi animali, anch'essi piegati di fronte alla natura, nonostante le loro enormi ed impressionanti dimensioni.

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