mercoledì 28 maggio 2014

Giganti di Pietra: perché i nostri antenati erigevano i Menhir?

Circa 7 mila anni fa, i nostri antenati hanno cominciato ad erigere maestosi monumenti megalitici denominati Menhir. Ampiamente distribuiti in Europa, Africa ed Asia, queste opere sono più numerosi nell'Europa Occidentale, in particolare in Bretagna e nelle isole britanniche. Sono stati eretti in molti periodi differenti, nel corso della preistoria, ed erano creati nel contesto della cosiddetta cultura megalitica che fiorì in Europa e dintorni. Ma perché?
I ricercatori fanno coincidere il sorgere della Cultura Megalitica europea con la comparsa delle prime comunità nate dalla fusione dei gruppi europeo di cacciatori-raccoglitori con i primi agricoltori provenienti dal Vicino Oriente.
La nuova energia garantita dalla moltiplicazione delle risorse alimentari, i nostri antenati realizzarono qualcosa di veramente straordinario: i primi grandi monumenti in pietra.

All’erezione di queste grandi opere megalitiche, i ricercatori associano lo sviluppo delle prime riflessioni sul rapporto tra materia e spirito e sul senso della vita e della morte.
La regione europea più ricca di strutture megalitiche è certamente il golfo di Morbihan, nel sud della Bretagna. Questo luogo offre delle testimonianze importantissime di quell’epoca: decine e decine di siti con migliaia di megaliti, alcuni dei quali addirittura decorati.
I megaliti erano diffusi in molte altre parti d’Europa, ma quello che colpisce è l’estensione dei siti. Si va dalla Svezia all’Irlanda, dal Portogallo all’Italia, dalla Gran Bretagna alla Francia, e anche al Nord Africa.
Alcuni ricercatori hanno suggerito che l’Europa venne unita per la prima volta dalla tradizione dei megaliti, e in effetti potrebbe essere considerata la prima grande religione diffusa su larga scala in tutto il continente.
Ancora oggi, sorprende la capacità dei nostri antenati primitivi di innalzare questi enormi complessi. Il più famoso è certamente il sito di Stonehenge, risultato di secoli di aggiunte e rimaneggiamenti. Molto diffusa è l’idea che questi complessi venissero utilizzati per la precisa osservazione delle stelle e del movimento del sole.
Molti hanno proposto teorie alternative sull’origine dei monumenti, invocando addirittura l’intervento degli extraterrestri. Gli scettici, tuttavia, fanno notare che proporre un’ipotesi del genere equivarrebbe a dire che questi uomini non fossero in grado di costruirli.
Eppure, si rimane sconcertati quando si pensa che delle società analfabete, che non conoscevano la ruota, né i metalli, furono capaci di innalzare capolavori che ancora oggi lasciano senza fiato. Quali tecniche siano state utilizzate per innalzare tali monumenti megalitici è ancora oggetto di speculazione.

I Menhir

I menhir (dal bretone men e hir “lunga pietra”) sono dei megaliti monolitici eretti solitamente durante il Neolitico, che potevano raggiungere anche più di venti metri di altezza . Essi sono ampiamente distribuiti in Europa, Africa ed Asia, ma sono più numerosi nell’Europa Occidentale, in particolare in Bretagna e nelle isole britanniche.
Potevano essere eretti singolarmente o in gruppi, e con dimensioni che possono considerevolmente variare, anche se la loro forma è generalmente squadrata, alcune volte assottigliandosi verso la cima.
Nel famoso sito di Carnac, situato nel dipartimento del Morbihan nella regione della Bretagna , sono stati contati 3 mila Menhir. Eretti circa 6 mila anni fa, i Menhir di Carnac sembrano comporre un vero e proprio esercito in pietra, lungo oltre un chilometro e disposto su più file.


Il materiale roccioso da cui vennero tirati fuori i menhir di Carnac è granito chiaro, una pietra particolarmente dura da lavorare. Una volta scelto il megalito, bisognava trasportarlo fino al sito prescelto ed innalzato. Il problema è che molto spesso questo si trovava a molti chilometri di distanza. Come ci riuscivano, se i nostri antenati non conoscevano la ruota?
Alcuni hanno ipotizzato che i costruttori facessero scivolare le enormi rocce su rulli di legno, spalmando un lubrificante naturale come il grasso animale. Naturalmente, alla base di tutto c’era la forza umana: ci volevano davvero tante persone.
Secondo i ricercatori, queste tecniche sono bastate anche per erigere uno dei Menhir più colossali che si conoscano: il Grande Menhir spezzato di Locmariaquer (Morbihan) . Oggi è a terra, spezzato in quattro enormi blocchi, ma a quell’epoca era lungo 21 metri.


Interrato per 3 metri, il Menhir si ergeva per 18 metri di altezza, quanto un palazzo di sei piani, e pesava 280 tonnellate. E non era il solo: ce n’erano altri 18 posizionati in fila, allineati in modo decrescente. Il più grande rimase in piedi per secoli, per poi venire abbattuto dagli stessi uomini neolitici. Il motivo della distruzione è avvolto nel mistero.
Importanti siti con Menhir si trovano anche in Italia. In Sardegna, ad esempio, dove i menhir prendono il nome di “perdas fittas” o “pedras fittas” (pietre conficcate ), sono presenti a Laconi e a Villa Sant’Antonio, in provincia di Oristano, ma anche a Goni e Sant’Antioco, in provincia di Cagliari. Importanti siti si trovano anche in Puglia, Liguria, Piemonte e Lombardia.

Perché?

Perché mettere in atto un tale sforzo fisico e intellettuale? Qual era il significato di queste immense distese di massi? In realtà, non lo sappiamo. Alcuni ipotizzano che ognuno dei massi potrebbe rappresentare un antenato importante, un capo defunto, oppure un eroe del passato, l’equivalente delle statue degli imperatori e dei santi.
Se fosse vero, i siti megalitici del neolitico rappresenterebbero la storia dei nostri antenati, con tanto di dinastie, eroi e figure leggendarie. Ma, purtroppo, di loro non sappiamo nulla. A quell’epoca, infatti, la scrittura non era stata ancora inventata e quindi non esistono documenti scritti e steli incise che raccontano cronache e eventi: si tratta di capitoli di storia perduti nell’oblio.
Queste popolazioni megalitiche innalzarono megaliti per venti secoli di fila. Poi, cominciarono ad abbandonarli e a non erigerne più. I motivi non sono chiari. Qualunque sia il motivo, intorno a 5 mila anni fa, la tradizione dei megaliti si spense in tutta Europa: l’era dei giganti di pietra era finita per sempre.

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