L’ankh (☥), conosciuto anche come chiave della vita e croce ansata, è un antico simbolo sacro egizio.
Il significato originale di questo simbolo nella cultura egizia
rimane un mistero per gli egittologi, e le teorie proposte sulle origini
dell’ankh sono molte ed in contraddizione fra loro.
Certamente, si tratta di un simbolo legato alla divinità.
Nell’iconografia egizia, infatti gli dèi sono spesso raffigurati con un
ankh in mano, o portato al gomito, oppure sul petto.
Tuttavia, l’ankh potrebbe essere un simbolo non solo importante per
gli l’antico Egitto, ma anche per altre culture, molto distanti nello
spazio e nel tempo (per quanto ne sappiamo) da quella egizia.
Tra le rovine di un antico e misterioso tempio azteco in Messico,
denominato Calixtlahuaca , insiste una curiosa struttura dalla forma
sorprendentemente somigliante a quella della croce egizia ankh. La
costruzione risulta perfettamente allineata ai resti di due piramidi di
pietra simili a quelle egiziane.
Originariamente conosciuto come “Matlatzinco” (città dei Matlatzinca
), questo insediamento urbano azteco è parte di quello che fu una
potente capitale da cui i re controllavano un ampio territorio nella
Valle di Toluca.
Chiaramente, gli studiosi convenzionali escludono qualsiasi
connessione tra la cultura Azteca e quella Egizia, dal momento che si
sono evolute sui lati opposti dell’Oceano Atlantico e non possono essere
entrate in contatto. Eppure, stranamente, il significato dell’ankh
azteco sembra parallelo al significato che sta dietro l’ankh egizio.
Il sito di Calixtlahuaca
Calixtlahuaca (in lingua nahuatl “cali” significa “casa”, e
“ixtlahuatl” significa “prateria”, quindi la traduzione sarebbe “casa
nella prateria”) è un sito archeologico del periodo postclassico
mesoamericano, situato nei pressi dell’attuale città di Toluca, Messico.
Originariamente conosciuto come “Matlatzinco” (città dei Matlatzinca
), questo insediamento urbano azteco fu una potente capitale da cui i re
controllavano un ampio territorio nella Valle di Toluca.
Si ritiene che i primi coloni di questa regione fossero nativi nomadi
che utilizzavano il sito solo stagionalmente. In seguito, intorno al
200 a.C., i Matlatzinca giunsero è fondarono un piccolo insediamento;
successivamente ricevettero l’influenza della cultura tolteca e, infine,
furono dominati dagli Aztechi nel 1476 d.C., i quali ribattezzarono la
città con il dome di Calixtlahuaca.
Il sito comprende due strutture importanti: il Tempio di Quetzalcoatl e l’altare a croce “egizia” detto Tzompantli.
Il Tempio di Quetzalcoatl era probabilmente dedicato al dio Ehēcatl,
dato che gli edifici circolari del Centro America precolombiano sono
generalmente legati a questa divinità. Ehēcatl, secondo la mitologia
azteca, era il dio del vento, una delle sembianze di Quetzalcoatl, il
Serpente Piumato.
Dal momento che il vento soffia in tutte le direzioni, il tempio di
Ehēcatl ha forma circolare per ridurre la resistenza dell’aria. Sovente è
raffigurato con due maschere sporgenti attraverso le quali soffia il
vento. Si innamorò di una umana, di nome Mayahuel e donò all’umanità la
capacità di amare, in modo che lei potesse ricambiare la sua passione.
L’altra strutture, l’altare Tzompantli, si trova sul lato nord della
piazza. La forma a croce ankh è l’aspetto che maggiormente sconcerta i
ricercatori, i quali non sono in grado di fornire risposte definitive
sul perchè di tale forma architettonica. Originariamente, i lati
dell’altare erano ricoperti di teschi scolpiti nella pietra.
Così distanti, così simili
Calixtlahuaca aggiunge un nuovo elemento alla teoria secondo la quale
tutte le civiltà megalitiche del passato, mesopotamica, egizia,
mesoamerica e asiatica, discenderebbero tutte da una grande precedente
cultura globale andata distrutta in un cataclisma di proporzioni
catastrofiche.
Come riporta Richard Cassaro
nell’articolo proposto sul suo blog, certamente, il parallelismo più
sconcertante riguarda la civiltà dell’Antico Egitto e quella
dell’America precolombiana: entrambe le culture costruirono piramidi;
entrambe utilizzarono il simbolismo solare ed entrambe credevano nella
vita dopo la morte, preparando i loro morti per il viaggio sacro verso
l’aldilà tramite una cerimonia rituale molto elaborata.
Calixtlahuaca, inoltre, rivela che entrambe le culture utilizzavano
simboli molto simili, come la croca ankh, per gli stessi scopi :
indicare le forze e le interazioni tra la vita fisica (valutata come
temporanea) e la vita spirituale (considerata eterna).
La visione contemporanea prevalente tra gli studiosi è che i popoli
antichi a indigeni di tutto il mondo erano perfettamente in grado di
sviluppare culture complesse indipendentemente da una qualsiasi
influenza o ispirazione esterna. Eventuali visioni contrarie sono
generalmente respinte ed etichettate come fantasiose, ridicole e
imbarazzanti.
Eppure, prove di una storia diversa saltano fuori continuamente, in
maniera assillante, ad infastidire le teorie lineari e coerenti
sviluppate dagli studiosi “ortodossi”. La questione è che quelle
“convenzionali” sono e rimangono teorie, mentre le prove archeologiche
stanno lì e provocano, invitando a considerare un’altra storia.
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